Il piccolo levriero italiano a passeggio
Come portare il piccolo levriero italiano a passeggio (senza farti sfilare come un aquilone)
Portare il Piccolo Levriero Italiano a passeggio sembra un’operazione semplice: guinzaglio, pettorina, usciamo e via. Sì, come no. Poi lui vede una foglia che si muove… una busta del supermercato che rotola… uno spiffero sospetto… e puff! Il tuo elegante levrierino è già a 40 km/h, e tu con lui, probabilmente in equilibrio su una gamba e con l’altra che cerca supporto emotivo nel marciapiede.
Se hai scelto un Piccolo Levriero Italiano come compagno di vita, congratulazioni: hai un cane dolcissimo, sofisticato e pieno d’amore. Ma portare il piccolo levriero italiano a passeggio richiede qualche attenzione particolare. Niente di complicato, ma se vuoi evitare che la tua camminata si trasformi in una gara di rally, continua a leggere.
1.Il guinzaglio corto per il piccolo levriero italiano è la tua ancora di salvezza
Non è una questione di estetica. Il guinzaglio corto (massimo 120 cm) è fondamentale per avere il controllo immediato quando vuoi portare il piccolo levriero italiano a passeggio , soprattutto nei momenti di “emergenza predatoria”. Perché sì, anche se pesa solo 5 kg ed è tutto ossa sottili e sguardi dolci… dentro ha l’anima di un levriero, cioè di un cane da caccia visiva.
Se vede qualcosa che si muove (una bici, un piccione, un rotolo di carta igienica portato dal vento), il suo istinto dice: “INSEGUI!”
E lui… lo fa.
Con il guinzaglio corto puoi anticipare il movimento, correggere la traiettoria e, soprattutto, evitare che si trasformi in un proiettile a quattro zampe.
2. Portare il piccolo levriero italiano a passeggio : scatti improvvisi !
Non ti farà un preavviso. Niente sguardi, niente muso in avanti, niente “3, 2, 1… via!”. No.
Il PLI vede qualcosa – magari anche microscopico – e parte. Fulmineo.
Il problema? Le sue gambe sottili come stecchini da cocktail non sono fatte per resistere a certi impatti.
Un salto fuori controllo, un guinzaglio troppo lungo, una corsa vicino alla strada… e può succedere il peggio. Ci sono stati casi in cui levrieri sono finiti sotto le auto perché sono partiti all’improvviso attraversando la strada dietro un’ombra.
Regola d’oro: mai portare il piccolo levriero italiano a passeggio sciolto in zone non recintate. Mai. Neanche se “è sempre stato bravo”.
3. Un cappottino? Altroché, serve eccome.
Il Piccolo Levriero Italiano a passeggio patisce il freddo. Non è una diceria da umani che umanizzano. È genetica, è fisiologia, è termodinamica.
La sua struttura è quella di un ballerino: poco grasso corporeo, muscoli lunghi, pelle sottile, zero sottopelo. Il risultato? Dopo 10 minuti fuori in inverno, diventa un ghiacciolo con le orecchie.
Quindi sì, il cappottino è obbligatorio quando fa freddo. E non solo per fare la fashion week canina. Serve per proteggerlo davvero. Anche la pioggia lo infastidisce moltissimo, quindi se fuori è bagnato, valuta bene se la passeggiata può aspettare o se usare una mantellina impermeabile.
4. In casa è un principe… ma ha bisogno di muoversi!
“Il mio levrierino sta tutto il giorno sul divano, è pigro.”
Falso. È elegante, risparmia energie, si gode il tepore del plaid. Ma il suo fisico ha bisogno di esercizio.
Portare il piccolo levriero italiano a passeggio regolarmente serve a tonificare la sua muscolatura lunga e asciutta. Non deve diventare un atleta, ma deve mantenere le articolazioni attive, i legamenti flessibili e la mente stimolata.
Una passeggiata di 30-40 minuti, magari con brevi tratti di corsetta o gioco controllato, è l’ideale. E se puoi, offrigli ogni tanto una sgambata in area recintata. Lo vedrai trasformarsi in una saetta, felice come un bambino a carnevale.
5. Non dimenticare: è sensibile… e intelligentissimo
Il Piccolo Levriero Italiano non è un cane da trascinare per strada. Non risponde a strattoni, urla o comandi autoritari. È sensibile, empatico, e sa perfettamente leggere il tuo stato d’animo.
Quando porti il piccolo levriero italiano a passeggio, cerca un tono calmo, rassicurante, ma deciso. Evita situazioni troppo caotiche, rumori forti o percorsi imprevedibili. A lui piace camminare con te, non dietro o davanti. E se lo tratti con rispetto, farà di tutto per assecondarti – salvo una foglia sospetta che rotola. Su quella… non garantiamo.
Conclusione: passeggiare con il PLI è una piccola arte
Portare il Piccolo Levriero Italiano a passeggio non è semplicemente “fare due passi col cane”. È un mix di prontezza, delicatezza e… spirito zen. Bisogna prevenire scatti da predatore, scegliere percorsi adatti, vestirlo con stile e proteggerlo dal freddo.
Ma se lo fai bene, sarà una delle esperienze più belle della tua giornata. Perché lui non ti segue: ti accompagna. Con gli occhi pieni d’amore, le zampette leggere, e un cuore grande così.